Prendiamo spunto dai molti messaggi ricevuti, messaggi di protesta, sulla "formula" del Campionato Esordienti Liguria del quale, durante la prima fase, abbiamo cercato di seguire l'evoluzione sperando (forse sbagliando), che la nostra voce e la nostra insistenza potesse far recedere chi governa la pallanuoto ligure dalla decisione impopolare presa.
Fra tutti i messaggi, quello di un visitatore, che preferisce rimanere anonimo, le cui considerazioni condividiamo.
 
Esordienti Liguria: come uccidere l'agonismo.
Con la diffusione dei calendari relativi alla seconda fase del campionato Under 13 ligure è emersa con tutta evidenza la frustrante scelta di utilizzare il meccanismo iniquo del sorteggio delle squadre in luogo del consueto scontro diretto in funzione della classifica finale della prima fase.
L'impegno dei giovani atleti viene pertanto appiattito, vanificato, frustrato nella sostanziale ripetizione di incontri già visti nella prima fase.
Il sorteggio ha configurato, con somma, casuale, iniquità, che le squadre prime classificate in ognuno dei gironi della prima fase non si incontrino con quelle dell'altro girone.
Ma quale motivazione è alla base di questa decisione? Si riferisce della sofferta volontà del Comitato Regionale di evitare gli inconvenienti accaduti lo scorso anno nella finale per il titolo regionale, il cui risultato venne assegnato a tavolino, per colpa di incomprensibili animosità del pubblico (come non domandarsi dove sia finito il ruolo educativo e di esempio svolto dai genitori!).
Ma cosa ne pensano di ciò i giovani atleti? A fronte di allenamenti da 6 a 12 ore alla settimana, prevale in tutti il senso di insoddisfazione o di frustrazione per la prospettiva dei soliti confronti impari.
I più giovani saranno costretti, nuovamente, al sapore amaro della sconfitta, vedendosi preclusa la possibilità di misurarsi con le squadre, del girone opposto, al proprio livello di maturazione fisica ed atletica.
Per contro i più grandi non troveranno accolto il naturale desiderio di misurarsi con squadre al loro livello di maturazione agonistica, perdendo motivazione e stimolo all'impegno continuo, fino ad abbassare il proprio livello di prestazione a quello medio degli avversari sorteggiati (possiamo solo immaginare quante difficoltà incontreranno l'anno prossimo i più grandi con il passaggio nel campionato Under 15).
Peccato ragazzi, sarà per il prossimo anno, ....... per voi qualcuno ha ucciso lo spirito agonistico.  
 
Per chiarire cosa accade a chi, non direttamente coinvolto, è ignaro della situazione, cerchiamo di ripercorrere le tappe della "sofferta" decisione.
Seppure tutti lo neghino, il motivo della scelta operata risiede proprio nella "bagarre" osservata a Recco durante l'incontro per il titolo regionale della scorsa stagione. Non nominiamo squadre e protagonisti della vicenda, ma chi era presente (noi eravamo alle finali Under 15 di Ostia) racconta di una cosa vergognosa.
Come succede troppo spesso, mancando il coraggio di affrontare e risolvere la situazione, si è preferito evitarla: per le colpe di pochi, paghino tutti!
Così, all’alba della nuova stagione, nel corso di una riunione programmatica durante la quale tutte le società si sono dichiarate d'accordo (per poi prodursi nel classico voltagabbana), si è deciso di dar corso ad una Prima Fase nella quale le 21 squadre iscritte, suddivise in due gironi con partite di sola andata, avrebbero disputato incontri senza risultato (segreto di Pulcinella: era scritto sul tabellone!), arbitrate dagli allenatori delle squadre presenti al concentramento (poi si è cambiato, ricoinvolgendo arbitri federali).
Al termine della prima, in programma la Seconda Fase, con la formazione di un Girone Eccellenza composto dalle prime cinque squadre classificate dei precedenti gironi (definite come?).
Poiché siamo convinti che per definire le classifiche servano i risultati, per “dare una mano” ci siamo dati da fare per reperirli, e stilare così le graduatorie, accontentando molti (i ragazzi, i genitori, le Società che ci comunicavano i risultati .... !) e scontentando i pochi rimasti. I quali tuttavia, "piccati" dalla nostra impertinenza, hanno preferito perseverare nell'errore, mettendo in pratica ciò che il nostro anonimo visitatore denuncia: un campionato senza senso!
Possibile che tra i molti criteri, si sia scelto quello più cervellotico ed impopolare?
Che senso ha mischiare le carte e condannare ragazzi con maturazione fisica ed atletica inferiore a confronti impari? A chi giova? E’ così che si promuove la pallanuoto?
Perché non si è seguito l’esempio delle regioni, forse meno all’avanguardia (?), che organizzano avvenimenti agonistici di livello certamente superiore (basti vedere l’iniziativa dei comitati lombardo e siculo nel varare i campionati under 11, veri spettacoli che appassionano centinaia di spettatori)?
E’ giusto addossare la colpa ai genitori “troppo tifosi” se a monte manca, da parte delle Società, un’azione di educazione sportiva ed una infarinatura sulle regole della pallanuoto, la cui ignoranza provoca solo incomprensioni?
Si potrebbe andare avanti per ore, ma senza un dibattito rimangono parole morte. I soliti quaquaraquà urlano sempre da dietro un muro. La faccia non la mettono mai.
Quale morale da tutto ciò? Semplice. Chi dirige vada a casa, faccia il nonno, si occupi d’altro. Così rovina uno sport.