31/01/2011 -
Mino Di Cecca *Sono passati 17 anni da quando, per la prima volta, con voce tremula, ho pronunciato un discorso ad una squadra di pallanuoto. Da allora ne ho viste abbastanza, ho sbagliato tanto, ho gioito molto. E' mia usanza ritenere che il passato è solo un ricordo e che il futuro è la vera ricerca di emozioni. Però, ciò che ho vissuto oggi sul bordo vasca è da fotografare, immortalare su una tela preziosa e sistemarlo in un angolino del cervello dove saranno custoditi i ricordi speciali, incredibilmente speciali.
Ore 13 circa, dopo un gol irregolare del Pescara, l'arbitro mi conferma a gesti che è inutile proseguire sulla mia tesi di irregolarità, quindi mi giro verso la panchina e torno per sedermi. Ad un tratto, mi volto. L'indice dell'arbitro si muove velocemente a destra e sinistra, alza la mano. Mi chiedo: ma con chi ce l'ha? Mi giro verso il mio collega e ... rimango folgorato, incredulo, di stucco! In un mondo in cui è più facile approfittare delle occasioni che essere onesti, il mio avversario ha fatto annullare il gol determinante per la sua sconfitta.
Aveva vinto invece, mi aveva battuto nettamente. Avrei voluto non giocare più, avrei voluto ricambiare, ma non potevo. I miei ragazzi stavano giocando bene, con grinta, volevano vincere. Non mi restava altro che aspettare la fine della partita ed abbracciare il mio collega, fargli un monumento speciale nei miei
ricordi e cercare di emularlo.
Mi sento altresì convinto di far conoscere a tutti i miei amici pallanotisti o sportivi in generale il nome di questo autentico fuoriclasse: Brane Zovko.
Sono le piccole grandi cose che rendono gli uomini eterni.
* Responsabile Tecnico settore giovanile SS Lazio Nuoto