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Sabato e domenica
bestiali
Le emozioni ed i ricordi di un duro dal cuore tenero: Alessandro Cavallini tra i campioni di ieri, di oggi e quelli di domani
04/08/2011 - Alessandro Cavallini

Quante lacrime di commozione lo scorso fine settimana! La grandissima vittoria mondiale rimarrà nella memoria di tutti noi “pallanuotisti”come il rilancio di noi stessi che per troppo tempo siamo rimasti alle spalle di super potenze ma anche, a volte, di scassate barchette.
Eppure io, come tutti quelli della mia età poco più che 35enni, abbiamo già, più o meno, vissuto i trionfi azzurri e li ricordo pure nitidamente come un momento essenziale che molto probabilmente ha influenzato la mia gioventù: per esempio a Berlino 78 ero davvero troppo piccolo per ricordare, ma i miei famigliari probabilmente trassero anche da quelle gesta spunto per poi buttare me e mio fratello in piscina e praticare la pallanuoto. A Barcellona 92 stavo terminando il mio percorso nelle giovanili della Pro Recco, vera fucina di talenti in quegli anni, ed in quella domenica in cui l’Olimpiade spagnola terminava riempiendo i televisori degli italiani con le immagini del gol di Gandolfi, davanti ad un improvvisato televisore, seduti per terra nella palestra della piscina di Punta S.Anna, io ed i miei giovani compagni sembravamo giurarci con lo sguardo che pure noi ci avremmo almeno provato ad arrivare così in alto. E con la stessa emozione seguimmo due anni dopo il trionfo romano del 94; noi che intanto avevamo iniziato negli anni precedenti a confrontarci da avversari con la generazione di fenomeni rimanemmo intimiditi quando alcuni mesi dopo, in un collegiale con la nazionale Juniores dividemmo i nostri giorni di allenamento con i nuovi campioni del mondo senza sapere (e forse anche i diretti interessati non ne erano a conoscenza) che per loro quella sarebbe stata l’ultima chiamata. Arrivò così Vienna 95 e per qualcuno di quelli seduti in quella palestra nell’Agosto del 92 l’oro divenne realtà.
Eppure Sabato scorso c’era qualcosa di diverso in me, di più consapevole, di più appassionato, di più anziano perché di più anziano ora ci sono io. Certo l’età è ancora dalla mia parte ma le storie, anche private, di alcuni di quei ragazzi che a Shanghai hanno “spaccato” il mondo, a differenza di quando ero poco più o poco meno che un adolescente, questa volta le conosco, magari le ho vissute a tratti insieme ad alcuni di loro e per questo sono molto più consapevolmente felice per questi ragazzi di quanto non lo fossi all’epoca delle vittorie di Rudic e capisco che di tempo ne è passato da quando sognavo di vincere le Olimpiadi.
Le Olimpiadi o i mondiali ovviamente io non li ho mai vinti, ma tutto mi è servito per  appassionarmi a ciò che faccio ogni giorno insieme ai miei giovani atleti compagni di viaggio e ad essere la persona che sono: è per questo che sabato la commozione è stata tanta fino a quando i due cronisti non hanno chiuso la diretta tv, perché so, e per altri posso solo immaginare, quanti sogni, quanta fatica, quanta passione, quanta gioia possono aver provato i miei ex compagni di squadra di quando pure io ancora giocavo: tra questi Giacomo che sbagliava (forse lo faceva di proposito) i rilanci per Sapic e quello s’arrabbiava e che oggi vedo come elemento essenziale anche senza giocare, ed è questa la sua vera forza, di una squadra Campione del Mondo o come Arnaldo che già allora era tutto cuore, grinta, potenza e tanti gol e Christian un cucciolo dagli occhi dolcissimi e una parlata da romanaccio che nemmeno i romanacci hanno ma che voleva sfondare a tutti i costi; lui all’epoca era poco più che un diciassettenne che faceva impazzire le ragazzine di Camogli e dintorni oggi, invece, dedica i suoi gol alla piccola Cloe infilandosi il dito in bocca come il suo idolo di sempre.
E poi sabato il mio pensiero è andato subito a quello che da bambino sembrava un brutto anatroccolo (per la verità brutto non lo è mai stato ma alto certamente si) ed invece già da un po’ è divenuto un magnifico cigno bianco, come Niccolò, prima croce e delizia della mia nuova avventura di allenatore al quale io oggi penso con affetto vedendolo uomo e atleta affermato così come anche i giovani talenti di allora con i quali in brevi parentesi di vita sportiva, ma per me con bellissimi ricordi, ho avuto il piacere di lavorare (e loro la pazienza di lasciarmi dire) quali Matteo, Valentino, Alex e Niccolò.
Grandi ragazzi e grandi a tutti gli artefici di questa meravigliosa storia a partire dal CT e dal suo staff, veri e propri fuoriclasse.
E poi ancora emozioni: domenica, il giorno dopo il trionfo mondiale una delle mie squadre giovanili ha avuto la fortuna e la bravura di vincere lo scudetto Allievi: la vittoria è avvenuta nella nostra piscina, davanti ad un bellissimo e sportivissimo pubblico e per questo è stata ancora più bella col mitico Ugo che, come al solito padrone del microfono, ricordava ai giovani partecipanti di come molti dei nuovi campioni del mondo avessero mosso i loro primi passi proprio prendendo parte o magari anche vincendo manifestazioni giovanili come quella.
Mi auguro che tra questi ragazzi ci sia qualcuno che da un fine settimana così intenso, e così appassionato faccia nascere dei sogni come avvenne a quei ragazzini seduti in quella palestra ormai quasi 20 anni fa. Non importa poi come andranno le cose, l’importante sarà averci provato con passione e mi auguro che questa esigua, ma nel loro piccolo grande vittoria, proprio il giorno dopo aver vissuto davanti al televisore (riuniti tutti insieme) una storia a lieto fine come quella dei nostri azzurri, possa essere di buon auspicio per tanti di loro.
Da parte mia, come allenatore ed educatore di giovani, se fossi riuscito in passato o riuscissi in futuro a trasmettere passione ai miei atleti credo che avrei adempiuto ad uno dei compiti principali per chi riveste incarichi di questo tipo e per chi sceglie di portare avanti una missione come lo è il prendersi carico dell’altro.
Quindi voglio ringraziare i miei ragazzi per questa esaltante stagione conclusa col bellissimo Argento Under 20 (ma ricordate che potevamo fare anche meglio e che quindi il prossimo anno ci riproveremo) ed in cui Lollo ha vinto il premio come miglior portiere e Andrea quello di migliore giocatore e con l’Oro Under 17 dove, allo stesso modo, Luca è stato eletto miglior giocatore.
Grazie infinite al mio Dirigente in panchina Gian che riuscirebbe a smuovere le montagne se solo io glielo chiedessi e a Gianluca mio assistente allenatore col quale negli anni si è instaurata fiducia, collaborazione e sintonia e che tutti i giorni si fa un mazzo così per garantire il miglior supporto possibile ai nostri ragazzi. E voglio ringraziare la mia società ed i miei dirigenti, su tutti Federico e Mamo ed il direttore della piscina Luca che ci supportano e sopportano con impagabile passione e competenza come, tra l’altro, hanno ancora una volta avuto modo di dimostrare con una strepitosa organizzazione di queste finali Allievi e nel corso di tutta la stagione.
Un abbraccio fortissimo e con le lacrime agli occhi (ancora una volta) è per Deddy che si allontana di qualche chilometro verso ponente ma non dal mio cuore per crescere e consacrarsi: sei un ragazzo stupendo ed un atleta fortissimo, mai dimenticherò l’abbraccio prima dell’ultima partita e le parole che hai pronunciato alla festa in spiaggia, in bocca al lupo e non cambiare mai.
Infine un grazie infinito alla mia famiglia che asseconda questa mia grande passione anche quando, in realtà, ci sarebbe bisogno di avermi un po’ più presente e anche quando mi chiedo “ma chi me lo fa fare?”
Grazie dunque a tutti gli artefici di questo magnifico week end.

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